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25 luglio 2011

No. 6 - Dopo i primi episodi

L'anime continua ad essere un'ottima opera di fantascienza distopica, ma resta sempre il "ma...".


Tre episodi son passati, tante cose son successe, ma il dubbio che i due protagonisti siano un po' frù frù rimane.

Chiariamoci, come ho già scritto a più riprese, No.6 è un'ottima opera fantascientifica. La città che da il nome alla serie sembra sotto ogni aspetto l'ideale presentato nella terza parte di Zeitgeist: Moving Forward, ma è solo un aspetto pubblico di ciò che è realmente, una facciata che nasconde una realtà ben diversa.


Una città perfetta, sicura, pulita; dove ognuno può avere tutto ciò che desidera, dove il tasso d'istruzione è talmente alto che i bambini già dalle medie studiano neuroscienze e producono tesi sulle relazioni sociali.
Tutto questo è però concesso solo finché ci si abnega anima e corpo al governo della città stessa, senza mai dar cenno del minimo dubbio.

Siamo a quattro anni di distanza dal primo episodio, Shion (fortunatamente) non è più un bambinetto, ma un giovane ragazzo di sedici anni. Lo ritroviamo a lavorare per un centro di raccolta rifiuti, dopo che il governo l'ha scoperto dare asilo ad un ricercato quattro anni prima. Per questo motivo è stato costretto ad abbandonare per sempre la sua futura carriera di ricercatore e a non proferire parola sull'accaduto.


L'utopia si dimostra dunque essere distopia, un 1984 di George Orwell in forma più invisibile e forse più subdola. La popolazione non si sente oppressa o limitata nella propria libertà, devono solo stare attenti a non dare segni di dubbio nei confronti di chi li governa.

Ed è esattamente quello che Shion si lascerà sfuggire.

Tenendolo sotto osservazione ogni istante della giornata, gli agenti governativi non tarderanno ad intervenire per interrogarlo e, probabilmente, farlo sparire dalla circolazione. Fortunatamente interverrà un ormai cresciuto Ratto, divenuto un abile sovvertitore del sistema, che avrà così modo di ripagare Shion per il favore fattogli quattro anni prima.


Shion diventerà così anch'egli un ricercato ed un fuggiasco, costretto volente o meno a vivere con Ratto nei bassifondi, luoghi in cui abitano coloro che il governo di No.6 non considera più nemmeno umani. Shion avrà così una visuale dall'esterno di cosa sia realmente l'utopia in cui aveva vissuto fino ad allora e verrà direttamente a conoscenza di un terribile parassita che forse il governo vuole usare a proprio vantaggio.

Shion e Ratto si trovano così da soli ad affrontare un sistema apparentemente perfetto.


Ottimo modo di narrare gli eventi, in modo diretto ed usando immagini selezionate ad hoc. Bellissima l'ambientazione fantascientifico-distopica in cui un mondo perfetto si mantiene sacrificando persone invisibili. Belle le trovate prese da classici come 1984 o Farenheit 451. Ottimo il ritmo in cui si seguono gli eventi e buona la caratterizzazione dei personaggi (a parte la solita ingenuità del protagonista).

Insomma un'opera ben bilanciata che fa il suo dovere per filo e per segno.
Ma un dubbio sempre rimane...

"Voglio il tuo sperma, adesso!" "Cioè devo mettere il pene nella vagina? Oh, no! Che orrore!"

Rimane sempre il dubbio sull'omosessualità dei due protagonisti. In tre episodi non accade nulla di certo, ma il dubbio rimane sempre aleggiante nell'aria.
Tanto per iniziare Shion, salutando l'amica Safu che sta per andare a studiare a No.5 per due anni, rifiuta la sua richiesta di fare sesso (stiamo parlando della stessa bambina che quattro anni prima gli aveva dato un bacio sulla guancia come "dimostrazione della disponibilità verso l'atto riproduttivo") con la scusa di "per me sei un'amica" e "al limite lo facciamo quando torni tra due anni"!

Inoltre uno dei generi sotto i quali è elencata l'opera è "josei", un genere di manga/anime creati da autrici donne per un pubblico principalmente femminile e per lo più di giovani adulte. Per cui il sottotesto yaoi sarebbe praticamente garantito.
Ma il fatto è che un altro dei generi sotto cui ricade è "shounen", quindi dedicato ad un pubblico di giovani maschi.
Uhm...


La mia idea è dunque questa: le cose rimarranno sempre sotto-intese, senza mai palesarsi. In questo modo l'utenza femminile potrà continuare a fantasticare le peggio cose, mentre l'utenza maschile ("shounen" quindi ragazzini di non più di 18 anni) continuerà a guardare la storia di fantascienza senza leggere alcun sotto-testo.
In questo modo lo scopo dovrebbe essere quello di interessare una grande fetta di pubblico senza scontentare nessuno. O almeno è quello che presumo.

Vedremo come prosegue.

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