Il medioevo cinese non è uno dei miei periodi storici preferiti. Nonostante questo ha ispirato ad opere come La Tigre ed il Dragone e Red Cliff che adoro. Questo Kingdom: La guerra dei 500 anni non è invece proprio allo stesso livello.
Anno 245, siamo in un regno della Cina occidentale chiamato Qin. E come in ogni romanzo storico che si rispetti ci sono lotte all'interno della famiglia reale per accaparrarsi il potere.
I due giovani Xin e Piao sono orfani di guerra, adottati dal capovillaggio per prestare servizio come servi. Il loro sogno è diventare un giorno i generali più forti del Mondo; il loro modo di vivere è lavorare, allenarsi con le spade, lavorare, allenarsi di nuovo e dormire. Nei loro pochi anni di vita si battono selvaggiamente per più di milleduecento volte.
Un giorno un nobile funzionario li nota mentre si stanno sfidando e ne rimane impressionato. La loro strada sembra ora spianata, ma solo Piao verrà preso a Palazzo.
Ed è solo l'inizio.
Piao non viene preso per la sua abilità, ma solo per la sua straordinaria somiglianza con il re - che teme per la propria vita. Piao non tornerà vivo, Xin partirà guidato dalle ultime parole dell'amico, il re fuggirà da palazzo, le strade dei due si incroceranno, si metteranno in mezzo dei briganti, una guida, un intero esercito, il fratello del re complotterà a palazzo per eliminare tutti coloro che non sono di sangue nobile ed i più spietati e perversi assassini si inizieranno a muovere.
Un volume in cui accade di tutto, in modo violento e diretto. Un manga grezzo e sgraziato, puramente dedicato ai suoi grotteschi combattimenti.
Poca storia, quella sufficiente a giustificare un continuo susseguirsi di inseguimenti, battaglie e lotte per la sopravvivenza. Semplice, lineare, ineccepibile. Non è invece psicologico, introspettivo od originale.
Insomma un fumetto con un chiaro target d'utenza che viene soddisfatto appieno, ignorando bellamente qualsiasi altro tipo di lettore potenziale.
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