Blanca - Volume autoconclusivo

Jiro Taniguchi è considerato un grande autore. Sensibile, originale e poetico. Beh, evidentemente questo manga l'ha scritto qualcun'altro...

Jiro Taniguchi ci ha regalato alcuni manga bellissimi, in grado di catturare il lettore con la semplicità disarmante delle loro situazioni, come Gourmet o L'uomo che cammina. Poi ci ha portato in una visione naturalistica e piena di meraviglia del Far West con Seton. Ma a volte ha anche calcato la mano, proponendoci situazioni così normali nella loro quotidianità da non aver né capo né coda, in una fiera di noia illimitata con L'Olmo. Probabilmente il primo fumetto che mi abbia comunicato un'irresistibile voglia di bruciarlo ad ogni pagina che scorrevo.

E talvolta ho come l'impressione, ma voglio sottolineare che è solo una mia vaga impressione, che Taniguchi ormai abbia deciso di vendere i suoi fumetti solo in virtù del proprio nome, senza più dedicarsi a realizzare storie convincenti. Come succede con questo voluminoso manga chiamato Blanca.

Voluminoso

Il Blanca che da il nome al fumetto è un cane geneticamente modificato dall'esercito, addestrato per la guerra e quindi sfuggito al controllo umano. Siamo in Alaska, ed alla sua ricerca si mettono diverse persone. I servizi segreti con lo scopo di ucciderlo per evitare che altre nazioni ne vengano a conoscenza, un bracconiere giapponese che vuole vedere chiaro in questa misteriosa faccenda ed evitare di farsi assassinare dai servizi segreti di cui sopra ed una ricercatrice che incappa per caso in Blanca nel mezzo della tundra e vuole capirne meglio la natura.
Tutta questa lunga caccia è un continuo susseguirsi di intrighi ed inseguimenti in cui il super-cane uccide chiunque gli punti un'arma addosso, dimostrandosi un'inarrestabile forza della natura. Blanca può infatti saltare a più di cento metri in altezza, raggiungere i centoventi chilometri orari in cinque secondi e mantenere tale velocità per venti minuti, avere la forza di decapitare un uomo con un sol colpo e vantare un'astuzia bellica degna di Rambo.

Il guaio è che stavolta Taniguchi ha voluto scostarsi troppo dallo schema che solitamente lo contraddistingue, trovandosi a realizzare un classico polpettone americaneggiante su base guerresca con una scontata morale pacifista. La somiglianza con il film dedicato all'Incredibile Hulk di qualche anno addietro è disarmante, basta sostituire un perennemente mutato Bruce Banner con il nostro cane protagonista e vediamo la storia discostarsi di pochi, impercettibili, particolari.

Insomma una delusione infinita per tutti coloro che hanno apprezzato le migliori opere di questo mangaka e che quindi si aspettavano, come me, un racconto ben più realistico, romantico ed originale di quest'americanata.

Un'altra cosa che infastidisce abbastanza è la fissazione di Taniguchi per il buco del culo di Blanca: lo disegna ad ogni occasione possibile, ritraendo il cane quasi sempre da dietro mentre guarda dietro le sue spalle, con un'espressione che sembra dire "Ma che avete tutti da fissarmi il buco del culo?". È perché l'autore continua a metterlo al centro dell'inquadratura, dannato sacco di pulci!