Altra attesissima seconda serie di questa stagione è quella di The World God only knows, ovvero la prova dell'utilità dei simulatori d'appuntamento. Ed anche qui abbiamo un degno seguito.
Katsuragi Keima è un intelligentissimo nerd che vive unicamente per i videogiochi di simulazione d'appuntamento, per uno strano fraintendimento Dio gli manda la demone Elsee e gli affida il compito di conquistare il cuore delle ragazze possedute dagli spiriti maligni, per poterli così far uscire allo scoperto e catturarli. Se non lo fa un collare gli staccherà la testa.
Il problema è che Keima, pur essendo un genio con i simulatori d'appuntamento, non ha alcuna interazione con le persone reali. Ma come si suol dire, la necessità aguzza l'ingegno e l'eventualità di essere decapitato lo costringe ad adottare una soluzione estrema: applicherà ciò che ha appreso dai simulatori d'appuntamento alla vita reale per conquistare i cuori delle ragazze affette dagli spiriti fuggiti dall'inferno. La cosa incredibile è che ci riesce.
E tutto questo è l'inizio di un piacevolissimo anime.
Come potete vedere dall'immagine sopra l'inizio della seconda stagione è più che degno: in un contesto da vecchio RPG per sistemi ad 8-bit ci viene spiegato a grandi linee tutto ciò che ho testé scritto. Del resto il protagonista è pur sempre un otaku dei videogiochi e citazioni e riferimenti a generi e titoli realmente esistenti si sprecano nel corso degli episodi.
Keima è un protagonista molto atipico nel suo ruolo, in alcuni momenti lo si può quasi definire un anti-eroe. Sempre estremamente serio e sicuro di se nelle proprie azioni, del tutto disinteressato ad ogni forma di rapporto umano che non sia strettamente legata alla missione affibbiatagli, vede la soluzione del maggior numero di simulatori d'appuntamento possibile come suo unico interesse ed è dotato di una faccia tosta incredibile quando applica le più assurde condizioni da videogioco alla vita reale.
Di per se potrebbe apparire quasi odioso, se non fosse che il contrasto tra la sua serietà e l'idiozia dei suoi piani lo rendono invece un soggetto davvero ironico.
In totale contrasto con lui è la sua compagna di disavventure Elsee. Tendenzialmente positiva ed allegra, ma anche un po' scema e parecchio ingenua, il suo ruolo è quello di catturare fisicamente le anime malvagie una volta che le ragazze vittime aprono il loro cuore. Molto spesso presta le proprie abilità demoniache, anche se non molto potenti, all'esecuzione degli assurdi piani di Keima e vede in lui un individuo illuminato degno di venerazione, seppure questi la consideri abbastanza insopportabile.
The World God only knows è una serie episodica abbastanza leggera nella trama, ma molto interessante nella regia e nella soluzione dei vari problemi che vengono presentati. Indubbiamente focalizzata sul piano comico, vede comunque molti spunti un po' più approfonditi su quelli che sono i rapporti interpersonali ed i problemi legati al proprio mondo interno. Insomma un insieme molto ben bilanciato di vari elementi comici e romantici, che non scadono mai nel melenso.
Rispetto alla prima serie non ci sono finora particolari differenze, tanto che la si può tranquillamente considerare una semplice continuazione. La sigla d'apertura è cambiata e come in molti altri casi (Spice and Wolf o Maria+Holic, tanto per citarne un paio) quando la sigla della prima serie è bellissima, quella della seconda non regge il confronto. Anche se in questo caso devo ammettere che lo scarto tra le due è solo marginale.
Le animazioni sono in pari con la qualità delle opere attuali, mentre la grafica vede un uso massiccio di colori vividi ed ombreggiature che danno a tutto un aspetto tondeggiante e lucido, in linea con il design da simulatore d'appuntamenti.
Una degna seconda serie di un anime che già inizialmente non aveva affatto deluso, una raro cosa in cui un trama ripetitiva non porta a noia e mancanza di idee, ma anzi diventa uno spunto per rinnovarsi continuamente.
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