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22 aprile 2011

(Double Feature) Ao no Exorcist - Primo episodio & Astarotte no Omocha - Primo episodio

A Zigozago c'era un mago con la faccia blu che si dava a perversioni illegali.


La lista delle nuove uscite di questa stagione sembra interminabile, e quel che è peggio è che tra questi ci sono davvero molti titoli di qualità ottima; come a dimostrare che i nostri amici d'oriente sono ben lontani dal mostrare il fianco alle sciagure.

Il primo è Ao no Exorcist (L'esorcista blu), serie tv pesantemente shounen fortemente affine a Fullmetal Alchemist nel feeling che trasmette.
Stavolta però siamo sulla Terra e per di più nei giorni nostri, in Giappone. Rin è un giovane adulto in cerca di lavoro ed una spiccata attitudine per la rissa, che vive assieme al tranquillissimo fratello presso la chiesa di un prete noto per la sua abilità nell'esorcismo.


Dal primo episodio capiamo che Rin ha alcune facoltà magiche latenti, odia l'ingiustizia, non teme nulla ma è perseguitato da una scalogna nera. La tipica testa calda che copre bene il proprio ruolo di protagonista in un anime per ragazzi.
Il primo episodio mi ha lasciato una buona impressione, tanto da farmi pensare che nello staff si celi qualche nome già noto per Fullmetal Alchemist; cosa che non ho ancora controllato. Vedremo più avanti se diventerà una lunga serie degna di nota come quella dell'alchimista d'acciaio o se diventerà un anonimo "filler" come Naruto o Bleach.




Astarotte no Omocha (Il giocattolo di Astarotte), invece, condivide il suo feeling con la serie di videogiochi di Disgaea. Il design dei personaggi è letteralmente identico a quello visto nella fortunata serie di RPG strategici e non mi stupirei se il disegnatore dietro tutto questo fosse proprio lo stesso Yui Haga (si, anche in questo caso non mi sono ancora preso la briga di controllare).

In questo caso la storia fluttua tra il nostro mondo comune ed i reami della mitologia nordica, dai quali la serie prende solo in prestito i nomi senza addentrarsi oltre (con la sola eccezione dello Yggdrasil, che anche qui è un albero che collega i vari mondi).


Principessa di uno di questi reami mistici è Astarotte, una succube di dieci anni che odia gli uomini. Il suo dilemma è che per continuare a sopravvivere, così come i vampiri devono succhiare il sangue, le succubi devono succhiare QUALCOS'ALTRO - e mi avete capito benissimo!
In vena di capricci e volendo evitare a tutti i costi la perversa incombenza, Astarotte afferma di volerlo fare esclusivamente con un umano, razza ormai scomparsa nel suo mondo. Ma del tutto determinata a non cedere ai suoi capricci, la sua attendente Judit trova casualmente il modo di accedere al mondo degli umani (cosa che stranamente non si riusciva a fare da secoli) e a portarle un esemplare. Esemplare che stranamente è un tipico ragazzino giapponese con personalità piatta e dalla caratterizzazione del tutto inesistente (e per di più il regista ce lo vuole far pure apparire simpatico... ma va!).

Vi siete persi il punto chiave della storia? Ve lo riassumo con un'immagine:

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