Ecco Ganta, il nostro normalissimo studente giapponese disegnato in modo strano in classe a guardare la tv sul proprio telefonino. Improvvisamente ecco arrivare anche la compagna di classe Mimi a salutarlo cordialmente a cui segue il loro atletico amico Yamakatsu. Insomma un trio abbastanza classico, i cui profili psicologici vengono così immediatamente accennati in attesa di approfondirli in futuro...
Peccato che Mimi, Yamakatsu e tutti i compagni di classe di Ganta, muoiano tutti prima della fine dei titoli di testa.
Il massacro avviene per mano di un tizio mascherato che infine installa una pietra rossa nel torace del protagonista, che verrà in seguito accusato e condannato a morte quale responsabile del tragico evento.
Tanto per rendergli più facile la vita, il braccio della morte" in cui viene inviato l'a dir poco sfortunato Ganta è una gigantesca prigione gestita da un ente privato che funge anche da parco di divertimenti usando i detenuti come attori, chiamata per l'appunto "Deadman Wonderland".
Un simpatico gioco di parole per allietare grandi e piccini.
I detenuti indossano un collare, idea ormai abbastanza classica, che ne identifica posizione e condizioni vitali oltre a, ovviamente, ucciderli nel caso la sadica capo-guardiana della struttura decidesse di punirli.
Ma non tutto è come sembra, ed il finto avvocato difensore di Ganta sembra avere dei progetti su di lui. Nel giro di pochi minuti il protagonista conoscerà una ragazza abbastanza intelligente da indossare in carcere una tuta talmente attillata da potersi tranquillamente definire nuda, verrà preso di mira dai bulli di turno, delle cariche esplosive gli faranno crollare una cosa molto pesante addosso ed il potere dato dalla pietra rossa di cui sopra si manifesterà salvando la vita a lui e alla esibizionista e casualmente facendo morire i suddetti bulli sotto il peso della massa cadente.
Insomma, quando Ganta tira fuori i propri poteri la serie mi è sembrata improvvisamente trasformarsi da qualcosa di interessante in un qualsiasi shounen. Ma spero di essere smentito dai prossimi episodi.
Lo stile grafico è abbastanza normale, senza nessun elemento degno di distinzione. Gli uomini hanno massicci volti inespressivi (a parte l'insopportabile faccia di Ganta) e le donne hanno tutte un volto molto sensuale, in perfetto stile shounen. Nulla di particolare da dire nemmeno sulle musiche, anche perché come molti primi episodi anche qui manca la sigla d'apertura.
È dunque una serie dalle ottime potenzialità, che temo verranno inesorabilmente tradite. Vedremo cosa mi diranno i prossimi episodi.
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