L'Italia è stata per un lungo periodo un punto fermo dell'industria cinematografica, più o meno dagli anni '50 fino agli anni '80. Ma dopo questo periodo abbiamo assistito ad un inesorabile declino che ha cancellato ogni forma di arte cinematografica, complici anche strane leggi delle quali non approfondirò in questa sede molte delle nostre menti più creative sono fuggite all'estero lasciandoci in balia di autori privi di inventiva che continuano a reiterare gli stessi schemi di cine-panettoni e film sentimentali - con pochissime, sparute, eccezioni come Romanzo Criminale.
Ne conviene che anche in tutti i settori direttamente collegati al cinema il declino ha preso possesso della situazione ed ogni volta che sento parlare di nuove opere italiane il mio primo, istintivo, pensiero è "No, grazie".
Ma, nel settore amatoriale, in barba ad un ambiente che limita la nostra creatività (la creatività artistica, che nel corso dei secoli è sempre stata una cosa che il Mondo intero ci ha invidiato) emergono ogni tanto delle autentiche ventate di ottimismo. Uno di questi pregevoli esempi è "Mai Dire AMV", un sintetica risposta tutta italiana alla serie degli "AMV Hell", breve ma molto simpatico.
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