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26 febbraio 2011

Di ritorno dalla Mantova Comics & Games

Eccomi qui. Stanco e provato di ritorno dalla mia prima esperienza a questa manifestazione nei comodi ed asfaltati confini del capoluogo mantovano.

Partenza programmata alle otto del mattino, partenza effettiva alle otto e trenta, arrivo alle nove e cinquanta, pausa di approvvigionamento viveri all'Ipercoop adiacente alla fiera con coda alle casse fuori-programma, entrata effettiva alla fiera alle dieci e mezza passate circa.
Entrata otto euro, una volta entrati non è più possibile uscire perché non è prevista la funzione timbrino, fortunatamente entro le possenti ed invalicabili inferriate è presente un baracchino che vende ramen istantanei accando a due possenti taniconi di acqua calda, per chi non ama i cibi esotici e di dubbia provenienza c'è pure un comodo bar all'interno della struttura dotato di ogni ben di Dio.

Il palazzo entro cui si svolge la fiera, il possente Palabam, è di sicuro di imponenti dimensioni, ma non certo paragonabile all'estensione della molto più blasonata fiera del Giuoco e del Fumetto di Lucca. Motivo per il quale già valicando i pesanti tendoni iniziamo ad aspettarci di trovarci di fronte ad uno spettacolo umile e dimenticabile, ma ci sbagliavamo.

Nella vita di tutti i giorni la modestia è una virtù e la Mantova Comics & Games fa tesoro di questa regola. Qui non c'è la calca e l'infinito ingorgo umano di Lucca, qui si può camminare con maggior rilassatezza, senza continuare a spintonarsi e a pestarsi i piedi a vicenda, senza navigare in un'aria impestata di sudore e riuscendo con calma a passare in tranquillità il proprio tempo di fronte ad ogni stand, e non perché qui non ci sia nessuno. Il salone all'ingresso della fiera ospita gli stand delle case editrici e di negozi che trattano principalmente, ma non esclusivamente, materiale di origine cartacea. Qui l'atmosfera ricorda molto più quella di una biblioteca o di un museo, senza imponenti musiche di sottofondo, con le placide conversazioni in prossimità dei banconi a gli avventori che passano placidamente sbirciando gli oggetti d'interesse esposti. Ad un primo sguardo la fiera ci sembra finita qui, ma non è così.

Attraversando una doppia porta si accede prima all'area di ristorazione di cui ho già accennato e poi alla geniale area per le conferenze. Scrivo "geniale" perché rappresenta un esempio di buon gusto, l'intera zona è infatti arredata e gestita come un lounge bar, con la sua atmosfera ovattata ed accogliente, le sue luci soffuse, i suoi magnifici divanetti bianchi posti ad uno scalino in più di altezza rispetto ai camminamenti, i suoi tendaggi neri che calano in modo elegante dal soffitto. Forse il tutto è un po' troppo gotico, ma sicuramente molto piacevole ed adeguato a creare l'atmosfera giusta per le interviste.

Attraversata anche quest'area si entra nel centro vitale della fiera. Un salone decisamente più grande di quello direttamente accessibile all'ingresso ospita di tutto. Decine e decine di stands offrono la mercanzia più disparata, dedicata a fumetti, cartoni o videogiochi. Alla nostra sinistra si stagliano gli stand dedicati alla parte "Games" della fiera, con bancarelle atte a soddisfare tutti i gusti: GameStop che lancia della offerte assurde al megafono per tempi limitati (ad esempio giochi appena usciti come Killzone 3 o Bulletstorm a metà prezzo), subito dietro risiede il magnifico stand dedicato al retrogaming nel quale si può liberamente giocare con console storiche come SuperNintendo, Sega Saturn, PC-FX, Megadrive, Neo-Geo, Colecovision e soprattutto uno dei pochi esemplari funzionanti al Mondo (siamo nell'ordine delle centinaia) del Vectrex! Poi Radio105, fucili spara-cilindretti gommosi che sganciavano pezzi d'artiglieria su altri stand lontani decine di metri, stazioni di gioco per le console più recenti con tornei sparsi qua e là, bicchieri da centrare con delle palline, venditori d'armi medioevali in spugna, venditori di armi moderne ad aria compressa e soprattutto decine e decine di rivenditori di qualsiasi mercanzia legata a manga/anime/videogiochi, la trinità dei nerd.

Arrivando con forza di volontà fino in fondo all'enorme salone domina un grande spazio vuoto dedicato ai cosplay. Forse questa la parte che più delude di questa manifestazione se paragonata alle concorrenti. Pochi cosplayers disorganizzati, unici degni di nota sono stati un quartetto composto da Master Chief (di Halo), Cortana (sempre di Halo), Darth Vader ed un tizio di Gears of War con dei costumi spettacolari; ed un altro quartetto raffigurante la Famiglia Addams con tanto di gioco mano vera/mano finta eseguito dal Gomez della situazione (vedi foto).
Nel frattempo, sul palco ove in seguito andrà a manifestarsi la gara di cosplay, una tipa orientale che un uomo distratto potrebbe scambiare per la cantante ufficiale della sigla di Evangelion per come la canta bene, si esibisce in ottime prove canore a tema delle sigle degli anime più conosciuti.

Ecco la famiglia Addams, la vera mano di Gomez non è quella che regge la scatola.
Bella l'esperienza, anche perché ho trovato un mucchio di cose particolari. Nell'ordine:

Tazza di Horo di Spice and Wolf (prima o poi dovrò parlare di questo magnifico anime)

Mousepad ergonomico di Gurren Lagann (Ho detto ERGONOMICO! Capito?)

Piccola, dettagliata, bella ed economica statuetta in plastica gommosa di Gundam

DVD-box di 5cm per second di Makoto Shinkai, che adesso mi toccherà recensire

E questo è tutto, sono stanco a bestia. Alla prossima.

3 commenti:

  1. Huh, cazzo che invidia. È stata veramente una merda non poter essere venuto. Mi manca particolarmente andare per Convention come questa... Non fossi stato uno straccio ieri. :(

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  2. Stavo spulciando fuori le etichette e ho visto sto post.
    Quest'anno non son potuta andare alla Romics ma son andata alla Cartoomics (molto bella!) e alla Fumettopoli. L'anno prossimo andrò alla Verona Comix, sperando che sia un po' meglio delle altre due volte...

    Comunque...mouse pad ERGONOMICO eh...XD
    Alla Fumettopoli c'era scritto "contro il tunnel carpale" XD

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  3. Ora che la Lucca Comics & Games sta venendo sempre più snobbata dal pubblico (ho saputo che anche quest'anno la faranno in città: disgustorama, disgustomatico) tutte le altre fiere stanno acquistando prestigio ed importanza.

    Penso che l'insegnamento della Mantova Comics stia nel fatto che non serve imbastire una colossale manifestazione gargantuesca per avere successo.

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