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17 gennaio 2011

Recensione: Tokyo Snow White Project - Volume Autoconclusivo

La giustizia vista dall'occhio dei "cattivi" in questo ottimo volume edito da Ronin Manga

Avete presente i Power Rangers, Sailormoon, Gatchmen, Hurricane Polymar e tutti i paladini della giustizia intenti a combattere con armi improbabili delle organizzazioni malvagie armate di mezzi altrettanto improbabili. Avete presente i cattivi in questione, con le loro brame ben lontane da ogni concetto di buon senso. Avete presente i tirapiedi delle organizzazioni malvagie, quelli che appaiono in massa per qualche istante prima di venir cancellati dall'eroe di turno, considerati a malapena un fastidio.
Ecco, Tokyo Snow White Project di Yuko Osada parla proprio di questi ultimi, anzi, di uno di loro in modo particolare: il tirapiedi B-29!

La tremenda organizzazione criminale BONES vede tutti i suoi adepti indossare costumi ridicoli basati sul tema delle ossa, i tirapiedi devono pitturarsi in modo tale da sembrare degli scheletri ed il loro scopo è uno solo: dipingere tutta Tokyo di bianco!
I loro malvagi intenti sono sempre sventati dalla squadriglia Shochikubain: la squadriglia vegetale computerizzata! Tre individui che potenziano enormemente le proprie capacità ingerendo funghi matsutake.
In realtà di tratta di una guerra tra poveracci.
La Bones vede i propri membri commutare usando i mezzi pubblici o, più raramente, usando la BONE-MOTOR, uno scooter che non è manco stato truccato. Tutti i loro intenti di imbiancare Tokyo vengono regolarmente sventati dalla Shochikubain, finché alla sua prima sortita il tirapiedi B-29 nota una cosa fondamentale.
I paladini, mentre stanno eseguendo la loro trasformazione, sono estremamente vulnerabili! Così, mentre questi sono ancora mezzi vestiti, tutte le inutili pedine li legnano di santa ragione!

Ed è l'inizio di un volume misto di tantissima ironia e sana dinamicità che prende bellamente per i fondelli l'intero genere dei paladini della giustizia, mostrandoci il punto di vista dei protagonisti più improbabili che queste vicende possano vedere. L'organizzazione Bones è interamente vissuta come una normalissima azienda commerciale, con capi-ufficio indossanti teschi di grossi mammiferi e dipendenti svogliati ma irriducibili.
Il tratto segue alla perfezione il tono dell'opera con uno stile molto dinamico, soprattutto nelle espressioni facciali dei personaggi, che vedono le proprie bocche deformarsi in maschere di rabbia, gioia e stupore estreme. Anche le anatomie seguono la stessa coerenza e, per amor di incisività, sono spesso piegate dalla forza della prospettiva in maniera esaltante.
Anche gli sfondi sono quanto ci si può aspettare da un'opera realizzata a più mani, anche se qui si occupano molto meno spazio nelle vignette rispetto a molte altre opere recenti (tipo Until Death do us Part, tanto per citare un esempio), lasciando invece molto più spazio ai protagonisti. Il design dei meccanismi ha un che di volutamente ridicolo, come già si può intuire dalla copertina.

Per di più, oltre a questa divertente opera, nello stesso volume sono inclusi in fondo altri due fumetti molto brevi sempre di Yuko Osada ed altrettanto simpatici da leggere.

Nel complesso non ho nient'altro da dire se non: soldi spesi bene!

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