Dalla penna del fortifiedschooliano Shinichi Hiromoto una singolare e valida visione dell'epoca che ha visto la fine dei samurai.
Bisogna ammettere che il termine "singolare" quando si parla di un'opera di Hiromoto è un termine un po' scontato. I suoi manga vedono immancabilmente un tratto sgraziato, primitivo e sporco ma che si sposa perfettamente con i toni violenti ed esaltati degli eventi narrati e questo Bushido, seppure in modo più moderato, mantiene quella che ormai è la firma di questo mangaka.
Siamo al primo anno dell'epoca Meiji, che mi dicono essere il 1868, ed il Giappone sta andando incontro ad un colossale cambiamento aprendosi all'occidente e liberandosi lentamente dai suoi antichi dogmi. Si tratta dell'epoca che ha visto la breve esistenza della Repubblica di Ezo (situata dove risiede ora l'isola di Hokkaido, la parte più a nord dell'arcipelago giapponese), nata per mantenere in vita l'ordine dei samurai ed il suo credo. Shinnosuke è un giovane soldato dell'esercito di Ezo, nonché una testa calda ed un convinto sostenitore del Bushido: la sua unica idea fissa è quella di morire in battaglia.
Caso vuole che in una sola scena s'imbatta in tutti quelli che saranno i protagonisti delle vicende che andranno a seguire: un odioso cacciatore di taglie, una spregiudicata cronista americana e l'ex-comandante degli Shinsegumi (nonché attuale intendente militare della Repubblica di Ezo) Hijikata Toshizo il quale è contemporaneamente la testa a cui punta il cacciatore di taglie di cui sopra e oggetto dell'odio più assoluto di Shinnosuke, tanto che da qui in poi il giovane soldato lo seguirà solo per cogliere l'occasione di ucciderlo.
Nota di colore è proprio la prima apparizione di Hijikata Toshizo. Si tratta di un personaggio realmente esistito (come molti altri in questa storia) e del quale è stata fatta la foto che potete vedere (tratto da wikipedia):
Nel manga in questione questa foto è stata fatta proprio mentre il cacciatore di taglie lo stava aggredendo per la prima volta e scattata un istante dopo che aveva estratto la katana, tagliato un occhio all'aggressore e rinfoderato l'arma in una frazione di secondo.
Tipiche espressioni cinematiche da samurai.
Bushido, nel complesso, è un buon manga che tuttavia non offre nulla di più rispetto ad un qualsiasi altro fumetto basato sui samurai. Certo è meno filosofico di Vagabond ma mantiene un ritmo più posato rispetto a quanto mi sarei aspettato da Hiromoto. Le battaglie che vediamo sono intense e caotiche, la trama sembra spesso buttare lì eventi a caso per non far cadere il ritmo ma i punti di dialogo non mancano e sembrano essere puntati soprattutto a far capire quanto Shinnosuke detesti Hijikata, quando non parlano degli eventi storici.
Per gli appassionati del genere troviamo tutti i punti di forza che ci si potrebbe aspettare, ma allo stesso tempo non offre nulla di nuovo a chi cerca qualcosa di più.
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