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19 febbraio 2012

Fullmetal Alchemist: The Sacred Star of Milos

Così come la precedente serie parallela portata avanti dalla Square-Enix, anche le serie "Brotherhood" di Fullmetal Alchemist ottiene il suo film d'animazione. Ma alcune scelte discutibili la rendono una produzione mediocre.


Come al solito, quando si parla di film d'animazione tratti da serie anime di successo, l'ombra della vaccata domina da dietro l'angolo. Fortunatamente questo non è bruttissimo, ma neanche bello.

The Sacred Star of Milos è un film d'animazione che si inserisce cronologicamente nel bel mezzo della serie tv, qualche tempo dopo la scoperta da parte dei fratelli della vera natura della Pietra Filosofale. Come molti film d'animazione della stessa natura si trova nell'imbarazzante situazione di dover essere spettacolare e coinvolgente ma non poter aggiungere nessun evento che possa influire sul corso della serie in cui è inserito.
Ergo, introduce nuovi co-protagonisti e nuovi super-cattivi che fanno di tutto ma che devono essere dimessi prima dei titoli di coda. In Cowboy Bebop: Knocking on Heaven's Doors la cosa funzionava molto bene, perché la serie tv da cui era tratto era essa stessa di carattere episodico. Per cui il lungometraggio si è dimostrato coerente, oltre che un ottimo, bellissimo, episodio più lungo del solito.
Fullmetal Alchemist Brotherhood, invece, è una serie continuativa e la necessità di liberarsi di tutti gli eventi raccontati in queste due ore di film risulta essere un anti-climax, se non addirittura ridicolo.

Julia, la donzella del destino di questo giro.

Il film parte con un distante flashback, in cui una famiglia viene deportata mentre i loro concittadini vengono massacrati dall'esercito. Alcuni anni dopo la stessa famiglia viene massacrata da un gruppo di chimere-lupo, il figlio maggiore studioso di alchimia sparisce nel nulla e la figlia minore fugge miracolosamente.
Arriviamo ai tempi nostri, i fratelli Elric vengono svegliati da un attentato alla prigione di Central City e si trovano ad affrontare un evaso incredibilmente abile nell'uso dell'alchimia.
La serie di eventi e le indagini che ne conseguono portano i due nella nazione di Creta, ad ovest di Amestris, in una città circondata da un colossale strapiombo.


L'arrivo alla città di Table non è dei più tranquilli. Verso la fine del viaggio in treno alcuni passeggeri si scoprono essere dei rivoluzionari della città di Milos, costretti a vivere nell'oscuro fondovalle che circonda Table, un altro passeggero si manifesta come una chimera-lupo dagli scopi assolutamente non amichevoli ed una altro soggetto ancora è l'evaso di cui sopra che sembra avercela un po' con tutti. Una bella mischia in cui vengono coinvolti anche i fratelli Elric e le forze armate con una spettacolare battaglia tra più fazioni a bordo di un treno in corsa.


Veniamo a scoprire che, tanto per cambiare, il governo di Table è un governo oppressivo controllato dai militari che sfrutta la povera popolazione di Milos, l'uomo evaso è il fratello maggiore del prologo che aiuta la sorella Julia a fuggire dalla prigione di Table e riunirsi con i rivoluzionari nel fondovalle e le chimere-lupo sono controllate da un (Quarto? Quinto?) individuo misterioso.

Un immenso ed intricato groviglio di fazioni ed eventi che viene sbrogliato nel più palese e scontato dei modi.


Se non nella trama e nei classici personaggi usa-e-getta usati in questo tipo di film d'animazione, la forza di questo The Sacred Star of Milos risiede nelle frequenti e lunghe scene d'azione che lo compongono. Realizzate con un'ottima regia e delle belle trovate sono l'unico punto che salva quest'opera dall'oblio.

Un'altra cosa che si nota è un vago e continuo riferimento ai film d'animazione di Miyazaki (pare che non possa esistere un solo film d'animazione realizzato in Giappone senza che abbia una qualche idea presa dallo Studio Ghibli): l'effetto "capelli che si alzano quando mi sto arrabbiando" della co-protagonista e gli elmi dei rivoluzionari sono gli esempi più palesi. Anche lo stile di disegno ed animazione sembrano rifarsi più (pallidamente) ai vari Laputa e Nausicaa che non alla serie tv originale.
Lo stile tecnico è un po' deludente. Normalmente i film d'animazione rappresentano lo stato dell'arte sotto questo aspetto, ma in questo caso come disegni ed animazioni siamo addirittura un gradino sotto alla serie tv.
Belle le musiche, che sembrano rifarsi all'Hitoshi Sakimoto di finalfantasytacticsiana memoria con i loro violini e le loro placide sinfonie.


In sostanza un film sorretto da buone scene d'azione, ma che presenta una trama che vorrebbe essere più sensazionale di quanto non sia in realtà. Il paragone diretto va con Fullmetal Alchemist: The Conqueror of Shambala, che andava a concludere la serie tv nella sua versione della Square-Enix; ma contro il quale perde su tutta la linea. Seppure la prima versione della serie tv di Fullmetal Alchemist si sia dimostrata nettamente inferiore alla versione Brotherhood, per i rispettivi film d'animazione vale l'esatto contrario.

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