Ed ogni tanto anch'io leggo manga palesemente shounen, così per passarmi un po' il tempo. Questo non si distingue dalla massa, ma se cercate una nuova serie sul genere "picchia e picchia" potrebbe fare al caso vostro.
Per chi avesse giocato ai primi videogiochi della serie Suikoden (i primi due sono molto belli, li consiglio) avrà uno strano déjà-vù sentendo che anche qui si parla delle "108 stelle del destino" e la loro missione per spodestare un governo dispotico ed ingiusto.
Siamo in un'ipotetica Cina del 1112 e la giovane e sprovveduta Cuilian cerca di farsi un nome spacciandosi per uno dei banditi Ti Tian Xing Dao ma rischiando di finire in guai seri contro un trio di nerboruti. A salvarla svogliatamente ci penserà un guerriero fortissimo dall'indole pigra che, da lì in poi, finirà per trascinarsi appresso la ragazza nelle sue avventure.
Veniamo quasi subito a scoprire che il ragazzo, di nome Dai Zong, è in realtà un vero membro dei Ti Tian Xing Dao e vaga per la Cina sconfiggendo i malvagi ufficiali provinciali ed assoldando nuovi membri per la potente banda a cui appartiene. Lo scopo dei Ti Tian Xing Dao, a detta del loro capo, sarà quello di raggiungere il numero di 108 membri scelti tra i più forti guerrieri della Cina in modo da poter così avere buone probabilità di sconfiggere l'esercito imperiale composto da un milione di soldati.
I Ti Tian Xing Dao sono quindi composti da un manipolo di soggetti strani, molto forti e capaci di strane tecniche di combattimento, soggetti dei quali iniziamo a fare conoscenza già dal primo volume. Così tra spadaccini, spie e monaci guerrieri abbiamo lo stesso Dai Zong che è armato di un'enorme spada smussata, crepata ed arrugginita che diventa nelle sue mani un'arma micidiale che brucia ogni cosa surriscaldandosi per l'attrito con l'aria.
Il manga è molto simpatico, un cocktail di azione ed avventura con frequenti gag comiche qua e là. Lo stile di disegno è esattamente quello che si cercherebbe in ogni buon shounen che si rispetti: carico di prospettive dinamiche, chiari-scuri, linee cinetiche ed adeguatamente dettagliato. Non fa certo gridare al capolavoro artistico, ma è uno stile molto piacevole.
I dialoghi sono i classici scambi di battute ad effetto e la storia è una sequenza di pretesti per giustificare i combattimenti; in altri termini il classico fumettone adolescenziale di gente che si picchia.
Bella l'ambientazione, belli i personaggi (forse un po' stereotipati, ma nel marasma non ci si fa caso), belli i combattimenti. Un granello di sabbia nel deserto nel suo genere d'appartenenza, ma un buon manga se questo genere non vi ha stufato.
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