Si, parlo anche di videogiochi. Ma non aspettatevi competenza.
Non mi ritengo un buon recensore di videogiochi perché tendo a giocare solamente titoli di nicchia, di quelli che fanno fare delle facce buffe ai commessi dei vari Gamestop, Mediaworld, eccetera...
Inoltre non ho un dispositivo accettabile (fotografare lo schermo come ho fatto in un altro post non è professionale) che mi permetta di catturare fotogrammi dalle mie console per poterli pubblicare su questo blog, per cui dovrete fidarvi di quanto scrivo e cercarvi da soli le immagini del gioco di cui vado a parlarvi.
Ar Tonelico Qoga è il terzo capitolo della peculiare saga di RPG giapponesi Ar Tonelico. Contrariamente ad altre saghe più blasonate qui c'è una parvenza di continuità da un titolo al successivo in quanto il mondo in cui si svolgono le vicende è sempre lo stesso. Storie, personaggi e fazioni cambiano completamente da capitolo a capitolo, tanto da permettere di giocarli tranquillamente senza sapere un beneamato nulla sui videogiochi precedenti; anche perché tra un titolo e l'altro nella trama sono passati i secoli e le meccaniche che governano il mondo cambiano radicalmente.
Il mondo di Ar Tonelico Qoga, per via di eventi poco precisati, è stato quasi distrutto e la superficie è divenuta inabitabile. Gli unici luoghi in cui sia possibile la vita sono colossali colonne su cui si abbarbicano le varie popolazioni ed in cima alle quali dominano le civiltà più evolute. Ma dal momento che la trama di questo videogioco è del tutto trascurabile, la trascurerò e passerò alle parti più interessanti.
"Il gameplay?" - direte voi. No: le donnine discinte.
Ar Tonelico Qoga è un'epifania di doppi sensi, espliciti riferimenti sessuali "involontari" e grotteschi espedienti per soddisfare le perversioni del giocatore. Tutta l'economia dei combattimenti ruota attorno alle Reyvateil, bellissime fanciulle artificiali che evocano potenti magie cantando. Bene, però:
A) Le Reyvateil guadagnano potenza facendo entrare il protagonista sempre più in profondità della loro mente nei famigerati "centri di immersione" (Citazione d'esempio: "Ah, è la prima volta che qualcuno mi entra dentro...").
B) Durante i combattimenti le Reyvateil sprigionano più potenza avvicinandosi sempre più allo status divino, che tradotto significa che meno vestiti hanno addosso e più danni fanno.
C) Per convincerle a spogliarsi il protagonista deve picchiare gli avversari in modo da farle "eccitare" (letterale pure questo).
D) Dentro una Reyvateil possono convivere più personalità diverse con effettivamente dei corpi diversi a seconda di chi sia attiva al momento. Così da poter cambiare a piacimento la propria maga in una lolita, in un'infermiera, in una cantante, in una bomba sexy, in una ragazza-gatto e via dicendo...
E) Durante le opzioni disponibili ai punti di salvataggio, assieme a "salva, "forgia nuove armi", "imposta nuove canzoni" c'è anche "convincila a spogliarsi". Questo perché per installare canzoni più potenti, ovviamente, la Reyvateil deve avere più superficie epidermica esposta.
F) Per convincerle a tale insano gesto si deve guadagnare la loro stima corrompendole col cibo.
Insomma un gioco pio e retto sul rispetto del mondo femminile. Da notare anche il fatto che TUTTE le protagoniste femminili che ho incontrato finora sono Reyvateil, come per dire che se non è una bambola gonfiabile robot una donna non è degna di considerazione... ha ha ha.
Il gioco in se è di una facilità disarmante. In ventisei ore di gioco non ho mai visto una sola volta una schermata di "game over", ne tanto meno mi sono mai trovato in difficoltà durante un combattimento. Quasi imperdonabile anche il fatto che il primo boss vero e proprio lo si affronti solo dopo ben ventiquattro ore di gioco circa ed aver già completato un paio di capitoli dell'intera storia.
Nonostante questo i combattimenti sono abbastanza divertenti da affrontare, si controlla in tempo reale il "leader" del party e si gironzola a picchiare un po' i nemici. Dopo un po' di botte che non sembrano fare alcun danno agli avversari la Reyvateil è pronta allo "sganciamento" e quindi si toglie uno strato di vestiti. Questo finché non è diventata abbastanza carica da spazzare via tutti gli avversari in un colpo soltanto.
Ovviamente in tutto questo ci sono un bel po' di meccaniche di gioco secondarie, ma a grandi linee funziona un po' tutto così.
La storia è un continuo altalenarsi di scene seriose banali (i cliché più cliché che si possano immaginare) intervallate da idee comiche a dir poco triviali. Recentemente ho visto un'intera flotta di navi volanti venir tramutate in gigantesche fette di torta, con tanto di piattino e forchetta.
Lo stile grafico utilizzato è il totale opposto di ciò che piace a me. Qui troviamo infatti personaggi realizzati con modelli tridimensionali che si muovono su scenari bidimensionali, ed io avrei preferito volentieri il contrario, come accade in Xenogears del resto.
L'uso del cell-shading non è pessimo, intendiamoci, ma poteva essere realizzato meglio (come accade in Tales of Vesperia) o non essere utilizzato affatto. Queste idee riuscite solo per metà le trovo abbastanza nauseanti e ricordano molto i sistemi utilizzati per animare i vari King of Thorns, C o Tiger & Bunny, che mi sembrano indicare una chiara svogliatezza verso il disegnare a mano i vari fotogrammi più che una precisa scelta stilistica.
Ar Tonelico Qoga rappresenta quanto di più superficiale e blando si possa giocare nel mondo degli RPG, divertente e stupido ma nulla più. Devo dire che è valso la spesa, ma più per le idiozie di cui è pervaso che non per il gioco in se.
Se volete un vero RPG nipponico con gli attributi puntate verso Tactics Ogre, Tales of Vesperia, Suikoden II od il mai abbastanza citato Xenogears.
Nessun commento:
Posta un commento