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28 marzo 2011

Shoujo Manga - L'articolo scritto da uno che non li legge

E quel qualcuno che non li legge sono io.


Esistono argomenti a questo Mondo di cui è difficile parlarne persino dopo averli studiati per anni. Peggio ancora è riuscire a parlarne senza averci quasi mai avuto a che fare, ma del resto i giornalisti italiani lo fanno quotidianamente, per cui, perché io no?
E dopo questa doverosa ammissione addentriamoci in questo controverso genere e cerchiamo di capirne qualcosa di più (e qui l'uso della prima persona plurale è d'obbligo).


Il termine 'shoujo' (少女), guardando sul mio dizionario tascabile della Shogakukan (che presto cestinerò in favore del per-nulla-tascabile dizionario della Zanichelli), significa letteralmente "bambina"/"ragazza". Come ogni persona dotata di un minimo d'intelletto avrà già intuito questo indica i manga, gli anime e un po' tutte le opere dedicate ad un pubblico femminile di età compresa tra i sette ed i diciotto anni. È il diretto opposto al genere 'shounen' (maschi tra i 7 ed i 18 anni) ed il gradino precedente il genere 'josei' (le giovani donne di età compresa tra i diciotto e i trent'anni).

E questa è già un prima distinzione interessante, tanto per iniziare perché pensavo che le giovani donne adulte non leggessero affatto i manga ed inoltre perché titoli come Honey and Clover e Paradise Kiss, essendo incentrati sui problemi di ragazze che devono affrontare il mondo del lavoro ed universitario, rientrano proprio nella categoria 'josei manga'. Il problema viene invece dal fatto che quasi tutti i restanti manga dedicati a questa utenza sono di genere 'yaoi' (amore tra maschioni), per cui torno prepotentemente a parlare di shoujo (ricordate che 'ou' è in realtà un 'o' allungata quando lo pronunciate, se dite 'shojo' con la 'o' corta state dicendo "vergine" - se invece allungate tutte e due le 'o' state dicendo "sintomi" di qualche malattia).


La prima cosa che, visibilmente, distingue il genere shoujo è lo stile di disegno. Linee evanescenti ed assenza di ombreggiature sui personaggi (che li fa apparire un po' bidimensionali) sono due elementi che rappresentano il minimo comun denominatore di questa categoria. Anche le anatomie tendono ad assumere un aspetto ridondante, i maschi tendono ad essere altissimi, snelli e del tutto privi di muscoli superficiali visibili. Le donne tendono ad avere un aspetto molto simile, ma più basse e con occhi sbrilluccicosi.

E già da qui possiamo sfatare il mito, sostenuto da alcuni ragazzetti confusi, che Video Girl Ai ed altri fumetti di Katsura siano degli shoujo. No, quelli sono manga pruriginosi per giovani depravati che vogliono convincersi di essere romantici; ma l'utenza a cui sono dedicati non certo le ragazze.

Le storie, poi, a prescindere dal sesso dei protagonisti, hanno un punto di vista prettamente femminile sull'evolversi delle vicende. Le interazioni interpersonali ed i dialoghi interni dei protagonisti sono fortemente incentrati su problemi legati alle relazioni sentimentali, l'emotività ed altri problemi legati più alla vita quotidiana che non ad un "obiettivo superiore". Sotto questo punto di vista è facile capire come le commedie scolastiche siano immediatamente divenute il genere di punta in questa categoria vantando meritevoli titoli come Kimi no Todoke o Ouran Host Club.
Ma non solo, gli shoujo sono una categoria d'utenza più che un genere, quindi possono espandersi ad altre tipologie di genere. Il primo che mi viene in mente è il genere "fantasy" di cui abbiamo ragguardevoli rappresentanti in Vampire Princess Miyu, di cui lessi l'antica edizione italiana edita dalla Play Press senza capirne nulla, ed Angel Sanctuary, che non riuscii a finir di leggere edito dalla Planet Manga e che mi valse una presa per il culo da parte dei Kappa Boys (sul finto numero 100 di 'Mangazine' - un giorno magari ne scriverò). Ma soprattutto Utena, un bellissimo anime (il manga non l'ho letto) fiero e perfettamente coerente con la propria mistica deviazione mentale.
Ma ciò che non avrei mai voluto vedere, e questo è il punto focale dell'intero post, è come gli shoujo si sono applicati al genere Mecha...

Una rilettura drammatica dell'intera serie anime Star Driver

L'"idea geniale" è questa: prendi i mecha, toglici tutta l'esaltazione, mettici come protagonisti dei ragazzi bellocci dal fisico asciutto ed un po' bisessuali, sostituisci i robottoni massicci con delle lampade di design moderno con le facce da culo. Non esistono parole per definire quali abomini siano stati compiuti per cercare di avvicinare le ragazze ai robottoni, cose troppo terribili per essere dettate in questa sede, frasi come "Oh, no! Lui è il leggendario 'Ragazzo galattico bellissimo', siamo perduti!" seguite immediatamente da [chiudi il file video], [metti il file video nel cestino], [svuota il cestino], [cancella a basso livello quella zona del disco rigido], [pausa], [corri in strada urlando all'eresia].

E con questo ho concluso il vero scopo di questo post: diffidate di shoujo e mecha, diffidate sempre!

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