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01 febbraio 2011

Armored Trooper Votoms - Il "Del pilotare li mecha" - parte 1

Pilotare un robottone è l'aspirazione finale di ogni Vero Uomo!


Armored Trooper Votoms nasce nel 1983, in un epoca in cui il concetto di robottone come unico supereroe creato da Mazinger (1972) stava vedendo come proprio contrasto il concetto di robottone come macchina da guerra prodotta in serie creato da Gundam (1979). Ma non si sono fermati: il concetto nato da Gundam non era sufficiente, ed è stato fatto ancora un passo avanti verso l'estremizzazione, dando vita ad un universo ancora più spietato.

Votoms è proprio questo; qui non ci sono ragazzini che, cadendo casualmente nell'abitacolo di un Mobile Suit particolarmente avanzato, abbattono intere divisioni di corazzati guidati da soldati addestrati. Qui non ci sono nemmeno mecha talmente avanzati da sovvertire da soli le sorti di una guerra.
Qui gli unici valori che contano sono la qualità dell'addestramento dei piloti e le tattiche di chi li comanda. I mecha, in questo caso chiamati AT (acronimo di Armored Troopers), sono delle scatole d'acciaio nel cui torso poco più grande grande dell'abitacolo di un'Ape Piaggio c'è a malapena lo spazio per il pilota; ammassi di ferraglia il cui unico scopo è portare armi troppo grosse e pesanti per la fanteria, coprire lunghe distanze senza fatica ed offrire una blanda protezione per il pilota.



Da notare è il realismo intrinseco degli AT: la loro forma è figlia della necessità di contenere il maggior numero di strumentazioni nel minor spazio possibile, in casi estremi possono fare affidamento ad un pugno propulso da una cartuccia esplosiva contenuta nel braccio, sotto i piedi alloggiano ruote o cingoli per muoversi più velocemente ove non ci sia la necessità di usare le gambe (ad esempio su terreni relativamente piatti), accanto ai talloni potenti puntelli possono fuoriuscire e consentire brusche manovre di cambio direzione, la maggior parte degli AT presenta fino a tre tipi di ottiche differenti per adattarsi a situazioni che prevedano la necessità di visione notturna, infrarossi o normale.
Insomma gli autori non hanno lasciato nulla al caso, ideando dei sistemi il più possibile coerenti e realistici, un livello di realismo che vedremo poi eguagliato in Patlabor nel 1988.


E qui veniamo ad un'altro parallelo: il pilota. La poliziotta Noa Izumi, in Patlabor, ha un'altissima considerazione del proprio mecha, lo chiama "Alphonse", lo pulisce regolarmente, si occupa di ogni aspetto della manutenzione che la propria istruzione le permetta (lasciando i compiti più complessi ai tecnici) e mentre lo guida cerca di danneggiarlo il meno possibile, purché questo non comprometta l'esito della missione.
Per Chirico Cuvie, invece, gli AT di Votoms sono meri strumenti. Lui è un duro soldato temprato dalla sua permanenza nel più micidiale corpo militare della galassia di Astragius, i Red Shoulders; la sua esperienza gli permette di costruire un AT da un ammasso di rottami, sfruttarlo al 100% arrivando ad esaurirne ogni risorsa e continuare a combattere fino a ridurlo ad una carcassa inutilizzabile o finché non esplode. In tutta la serie principale e in tutte le storie parallele non si contano il numero di AT che distrugge in questo modo, il tutto al solo scopo di sopravvivere.



Focalizziamoci un attimo sul protagonista; Chirico Cuvie è il prototipo del vero pilota di robottoni.
Parla poco, non mostra emozioni, non ha bisogno di nessuno e va dritto per la propria strada, che nella maggior parte dei casi prevede il difendersi da una qualche fazione che vuole ucciderlo. Tutto d'un pezzo, persino mentre il primo prototipo di cyborg di tipo Nextant gli sta puntando un'arma anticarro alla testa tutto quello che ha da dire è "levati dai piedi" (da Shining Heresy).
Il che è perfettamente coerente con tutte le esperienze che gli autori gli costringono a passare. Dopo un regolare periodo come soldato viene trasferito nei Red Shoulder, dove come prova d'ingresso tutte le nuove reclute vengono intercettate nel viaggio di arrivo al centro d'addestramento e massacrate dai Red Shoulder regolari, per poi arruolare solo chi sopravvive (da The Red Shoulder Document). Poi, sospettando che si tratti un soldato perfetto, i suoi ufficiali lo mandano in uno sperduto pianeta innevato, dove lui e la sua unità vengono abbandonati e lasciati alla mercé di un'imminente cataclisma unicamente per verificare le capacità di sopravvivenza dei soldati selezionati (da Pailsen Files).
Così arriviamo all'inizio della serie regolare del 1983, dove Chirico viene assegnato ad un plotone che si sta accingendo ad assaltare un'installazione del proprio stesso esercito unicamente per impossessarsi di un carico d'oro e di un soggetto da esperimento. Per non lasciare testimoni, poi, il nostro protagonista viene fatto saltare in aria assieme all'installazione e lasciato andare alla deriva nell'universo nel suo AT. Fortunatamente viene recuperato a torturato fin quasi a morte per farsi dare informazioni che non ha, per poi riuscire a fuggire nella città di Uoodoo dove viene fatto schiavo da una società mineraria (primi tre episodi di Armored Trooper Votoms).

E questo è solo l'inizio.



Quello di Armored Trooper Votoms, come si sarà intuìto, è un universo infinitamente spietato. Ben peggiore della guerra fra Zeon e la Federazione Terrestre o degli esperimenti criminali della Shaft. Allo stesso tempo è una pietra miliare nel panorama degli anime fantascientifici, figlio di una visione distopica del futuro che vede come fonte d'ispirazione quello Starship Troopers di Robert A.Heinlein (1959).
Cinquantadue episodi della serie TV, dodici di Pailsen Files, cinque di Shining Heresy, gli episodi singoli di The Red Shoulder Document, Big Battle, The last Red Shoulder, la serie Phantom Arc tutt'ora in prosecuzione, la serie spin-off Mellowlink ed inoltre altre tre serie OAV, Case; Irvine, Koei Futabi e Finder che stanno per iniziare.

Una quantità schiacciante di ore, una saga fantascientifica infinita e meritevole in ogni suo istante, se pure con i suoi alti e bassi. Al prossimo post dedicato all'analisi di Votoms.

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