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22 settembre 2011

Stereotipi Perniciosi - Finché non è ridotto in atomi non è morto (e talvolta neanche in quel caso)

"Non è finita (finché non è finita)" cantavano gli Starship nel 1987 ed in molti anime/manga, soprattutto di genere shounen questa legge sembra essere assoluta. Soprattutto se il personaggio in questione è un cattivo insopportabile.


E sotto l'egida di uno dei momenti più storici del mondo dei manga, la straziante battaglia per abbattere Shira ne L'Immortale, vi parlo di un problema che vede gli autori di un'opera non riuscire a liberarsi di un determinato personaggio.

Si dice che l'erba cattiva non muoia mai e spesso questo è dannatamente vero (ogni rifermento alla politica italiana è del tutto casuale); che sia precipitato in un crepaccio, trafitto da mille lame, colpito da un raggio d'energia fotonica, rinchiuso in un ciclotrone in azione, caduto nella lava vulcanica, proiettato nello spazio cosmico o bandito dal regno materiale, finché non si vede il suo cadavere ridotto in un modo da non poterlo ricomporlo nemmeno con l'Attack, con tanto di musica altisonante in sottofondo, il malcapitato non potrà mai essere considerato morto.

Si, perché non c'è modo più abusato nel mondo della finzione per creare un colpo di scena che far improvvisamente tornare nella storia un personaggio (solitamente insopportabile) che tutti credevano morto. Così, talvolta per assenza di idee migliori, talvolta perché i fan ne richiedevano a gran voce il ritorno, o in casi rarissimi per coerenza stessa con la trama, ecco riapparire colui per il quale si erano fatti infiniti sacrifici per toglierlo di mezzo.
O perché torna sotto forma di cyborg (vedi Frank Archer nel primo anime di Fullmetal Alchemist); perché lo si è visto, si, precipitare, ma è successo dietro una collina e quindi potrebbe essere saltato fuori dall'aereo all'ultimissimo istante (vedi Lepka in Conan, il ragazzo del futuro); perché pur essendo precipitato da una cascata nessuno si è premurato di trovare il suo corpo e farlo a pezzi (vedi Shira in L'immortale); perché anche se colpito da un missile c'era tutto il fumo e quindi nessuno ha visto chiaramente il suo corpo finire in mille pezzi (vedi... me ne vengono in mente troppi per citarne uno) o semplicemente perché l'autore ha deciso che è immortale, anche se lo riducono in atomi (vedi Majin-Bu in Dragonball).

Fatto sta che ormai, dopo anni che ci propinano la stessa minestra, sappiamo già una cosa: se non vediamo chiaramente il corpo venir disintegrato possiamo già intuire che in un modo o nell'altro quel personaggio tornerà di nuovo, soprattutto se è un cattivo.
Una piccola postilla riguarda i protagonisti: per accertarsi che il personaggio sia morto basta una musica drammatica in sottofondo ed una scena al rallentatore (fatta eccezione per Naruto, dove poi si scopre che il panzone era vivo lo stesso).

Quindi, da qualche anno a questa parte, sapendo già di questa coscienza da parte degli spettatori, gli autori di opere shounen per far capire che un cattivo è morto in modo definitivo ne raffigurano sempre la totale disintegrazione a livello atomico. In caso contrario potremo già sapere con buona certezza che il personaggio prima o poi tornerà a farsi vedere.

Vergogna e disgusto.

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