Chi segue il blog sa già che ogni tanto scrivo anche di libri, leggo molti libri. Allo stesso modo in cui leggo tanti manga, guardo tanti anime e ascolto moltissimo la radio. E questo libro è molto più di quanto mi aspettassi.
Lo Zoo di 105 è un programma molto particolare, unico in tutto il panorama radiofonico italiano. C'è chi lo ama, c'è chi lo disprezza, ha un linguaggio scurrile ed è uno degli ultimi baluardi dell'informazione libera rimasti in Italia dopo Internet. È stato sospeso dalla programmazione un'infinità di volte ed ha una storia rocambolesca e combattuta, proprio come quella del suo leader: Marco Mazzoli.
Approfittando di un giorno di malattia (dannati sbalzi di temperatura!) ho deciso di prendere in mano un libro che giaceva da un po' di tempo inerte sul mio comodino e che non avevo mai avuto il tempo di sfogliare. Già dalle prime pagine inizia a catturare il mio interesse e proseguendo la lettura mi cattura sempre di più, tanto che nel giro di un sol giorno me lo sono divorato mentre mi drogavo di tisane e caramelline per la gola.
Radio-grafia di un DJ che non piace non è la classica biografia che snocciola freddamente la vita di un uomo, è più una ricostruzione, un'analisi di quale sia stato l'antefatto che ha portato alla creazione del programma radiofonico più ascoltato d'Italia e, parallelamente, di quali siano stati gli eventi che hanno creato il DJ Marco Mazzoli che lo conduce ormai da circa dodici anni.
Ma anche questa è una descrizione molto riduttiva.
Questo libro sembra più un'avventura, scritta alternativamente dalle parti autobiografiche di Mazzoli e dalle vicende vissute in prima persona del suo ghost-writer (il cui stile ricorda un po' Culicchia). Definito dai suoi ex-compagni ora in una radio concorrente "un libro di menzogne", nel corso delle pagine viviamo la vita personale del "DJ che non piace" (riprendendo uno degli slogan dello Zoo: "Il programma che non piace") allo stato attuale, la sua infanzia ed il suo rapporto con i genitori, il terribile periodo che ha vissuto al momento del "tradimento" di Fabio, Paolo e Wender (che torna più volte durante il libro, a far intendere quanto lo abbia segnato) e soprattutto il suo incommensurabile, assoluto e devoto amore per la radio.
La vita radiofonica di quest'uomo non è stata ne semplice, ne lineare. Tutte le sue battaglie personali sono così sentite, così vere, da non poter fare a meno di essere coinvolgenti. Assunzioni, licenziamenti, lotte contro i superiori, periodi neri e periodi felici; quasi come un romanzo d'avventura. Viviamo così attraverso le pagine i retroscena della radiofonia italiana, scopriamo ad esempio che il direttore della defunta Radio StationOne era un folle, che Claudio Cecchetto è una grande persona e che il vero volto di molte persone è il totale opposto di come appaiano in radio.
Ma soprattutto l'intero libro è una grande, bella, parabola sulla forza di credere nei propri sogni. Quello che si legge tra le righe è che, per quanto appaiano grandi gli ostacoli, per quanto siano dure le batoste che si ricevono, non si deve mai smettere di lottare e di credere nei propri obiettivi.
L'ultimo capitolo, poi, intitolato "20 ottobre 2011" è commovente come poche altre cose possano essere lette in un libro.
Ma non mancano i momenti che riescono a strappare qualche grassa risata, come le assurdità della vita di Mazzoli ed il "tentativo" di vacanza a Formentera con Wender nel 1999. Comiche come sa esserlo la vita reale.
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