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08 giugno 2011

Break Blade - dopo i primi episodi

"Dopo i primi episodi" in questo caso significa "a serie quasi conclusa" (se non sbaglio manca solo un episodio), ma poco importa. Break Blade è dannatamente bello.


Break Blade (nome dato dalla traslitterazione dal katakana, secondo alcuni gli autori intendevano "Broken Blade") è iniziato molto prima della nascita di questo blog, motivo per il quale non avevo mai avuto l'occasione per scriverne. Ma essendo recentemente uscito il quinto episodio tutto è riaffiorato.

Va detto innanzitutto che Break Blade non è una serie TV, ma una serie di film della durata di quaranta minuti l'uno regolarmente trasmessi nelle sale cinematografiche giapponesi. È importante sottolineare questo aspetto perché, anche se trasmessi come una serie, ogni singolo episodio dimostra evidentemente la qualità tecnica di una pellicola cinematografica. Scenografie, musiche ed animazioni sono da mozzare il fiato.


Impressionante soprattutto notando che l'uso della grafica computerizzata viene lasciato all'assoluto minimo indispensabile. E se viene usata lo studio d'animazione ha saputo nasconderla molto bene, persino i possenti mecha che dominano le scene sembrano magistralmente animati a mano.

E sorpassato l'aspetto puramente tecnico occupiamoci della trama.


L'ambientazione prende spunto da quella di un altro amato anime di molti anni addietro, I Cieli di Escaflowne. Similmente, infatti, partendo da un contesto tecnologico e sociale paragonabile all'Europa medioevale, attraverso stratagemmi mistici, vengono inseriti coerentemente enormi robottoni da combattimento come mezzi da guerra utilizzati da piloti umani.
Ma nel caso di Break Blade la spiegazione delle forze che mettono in moto simili titani metallici è apparentemente molto scientifica. Gli abitanti del continente di Cruzon, infatti, sono in grado di far muovere a loro piacimento un particolare tipo di quarzo semplicemente comunicandogli i propri impulsi nervosi, quasi senza nemmeno il bisogno di toccarlo.


Sviluppando questo concetto, la tecnologia ha permesso di organizzare questi quarzi in strutture che, ricevendo impulsi nervosi, mettono in moto qualsiasi tipo di meccanismo nel quale siano stati inseriti. I quarzi vengono quindi usati per far funzionare automobili, moto e strumenti di uso comune, ma anche pistole e fucili, che spingono i proiettili a grande velocità attraverso un sistema ad aria compressa, e soprattutto, possenti armature mosse da sistemi di legamenti al quarzo che prendono il nome di "golem".

Ma il nostro protagonista, Rygart Arrow, è un caso unico su un milione. I suoi impulsi nervosi non vengono recepiti dal quarzo, rendendolo incapace di utilizzare qualsiasi oggetto dotato di un motore. Ai fini della società è a tutti gli effetti considerato un disabile.
Nonostante questo handycap ha un felice passato di studi all'accademia militare che riaffiora quando il suo vecchio amico Hodr gli manda una lettera d'invito al proprio palazzo. Hodr è infatti diventato re di Krisna ed ha sposato la bella Sigyn, loro comune amica, compagna d'accademia e genio scientifico. Giunto a palazzo Rygart scopre che il commonwealth di Athens è in stato di guerra con Krisna e che il regno governato da Hodr sta avendo la peggio, per di più che il governo di Athens ha chiesto la testa del re come condizione di resa. A rendere la situazione ancora più drammatica è un'inarrestabile unità di Athens che sta penetrando sempre più nel territorio di Krisna, guidata da Zess, un caro amico di Rygart e Hodr.


Ma il motivo della convocazione a palazzo di Rygart non è quella di una semplice rimpatriata. La regina Sigyn ha infatti scoperto un antico mecha sepolto apparentemente da secoli, che nessuno è in grado di far funzionare. Secondo la sua opinione l'unica persona che possa guidarlo è un individuo incapace di interagire con il quarzo. Rygart diverrà così involontariamente il pilota dello "Spada spezzata".


Un anime ragionato, coerente, che non lascia nulla al caso e che dimostra cura di ogni dettaglio. Sia nella rappresentazione fisica dei golem, che appaiono pesanti, massicci e molto complessi; sia nella caratterizzazione dei personaggi, fatta forse eccezione per Rygart che indossa un po' lo stereotipo del ragazzo involontariamente coinvolto in faccende più grandi di lui. I vari rapporti interpersonali dei personaggi hanno un forte impatto sulla resa della trama.
Nelle scene di guerra strategie e tattiche di battaglia la fanno da padrone, in una coinvolgente atmosfera medieval-bellica, in cui si intuisce che la potenza di un mecha è secondaria all'abilità di chi lo guida.
Esattamente come il buon Votoms insegna.

Insomma, un anime magnifico.

Ricordate sempre una delle leggi degli anime di robottoni: attenti a quello che guida un mecha rosso.

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