Ok gente, passato il trauma iniziale posso parlare un po' più seriamente di questo shoujo manga che, dopotutto, non è poi tanto male.
All'inizio sono stato seriamente buggerato da Anteprima. Sulla nota rivista di blanda informazione sulle nuove uscite veniva descritto come un fantasy in cui la protagonista viene continuamente scambiata per un maschio (idea abbastanza originale e potenzialmente molto divertente); la mia delusione è sorta quando ho scoperto che è invece vero il contrario (idea trita e ritrita fino allo sfinimento).
A non aiutare la condizione del nostro povero protagonista è il suo nome: Maria Rose. Per queste ragioni viene continuamente tampinato dai peggio maniaci della città, perfettamente consci del suo genere sessuale e gay per lui.
Si, è uno shoujo fatto e finito.
A Maria Rose questo atteggiamento non va affatto a genio, ma torna a suo favore in quanto il micidiale assassino Asian è il suo più insistente spasimante e più volte accorre in suo aiuto durante le vicende.
Di per se tutto ciò mi ricorda molto da vicino un geniale fumetto auto-prodotto di una mia cara amica incentrato su una decostruzione molto ironica delle varie situazioni tipiche degli shoujo manga, tra cui anche quella appena descritta.
Quella di A Brave Heart of Red Rose invece non è certo una decostruzione, ma la situazione ha fortunatamente una maggiore tendenza verso la sua interpretazione comica piuttosto che verso quella romantica. L'atmosfera stessa dell'intero primo volume è incline all'ironia, mediante la ridicolizzazione di scene altrimenti serie e di alcuni personaggi.
Siamo in una non meglio precisata ambientazione fantasy in cui le meccaniche che governano il mondo sembrano simili a quella di un videogioco (tranquilli, non è ambientato in un MMORPG, la ferita lasciatami dai primi 15 secondi di Ragnarok Online: the animation duole ancora), il modo migliore per guadagnare denaro è infatti quello di visitare e razziare i dungeon creati dai demoni (dall'aspetto perfettamente umano, perché è pur sempre uno shoujo) che abitano la zona.
Chi si guadagna di vivere in questo modo viene chiamato "cracker" (terminologia curiosamente informatica) come lo sono Maria Rose ed il suo gruppo di improbabili avventurieri.
Nonostante questa premessa la maggior parte dei conflitti viene risolta in una o due vignette ed il resto dello spazio è totalmente dedicato a dialoghi totalmente casuali tra i personaggi.
Lo stile di disegno, altra cosa che mi ha ingannato, si discosta parecchio da quello che è lo standard degli shoujo manga, adottando uno stile più dettagliato e con proporzioni corporee più realistiche. Permangono comunque alcuni aspetti come i volti dei personaggi maschili, puliti e senza peluria facciale, personaggi femminili buffi e privi di ogni attrattiva sessuale ed una particolare attenzione ai particolari dell'abbigliamento che ci riconducono all'utenza tipica.
Insomma uno shoujo manga molto simpatico ed implicitamente perverso che non mancherà di piacere agli appassionati. Quindi non aspettatevi una recensione del volume 2 da parte mia... gnè gnè gnè.
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