E l'autore di High School of the Dead torna con un nuovo fumetto che trasuda da ogni poro dello stile a cui Shouji Sato ci ha abituato. E per quanto sciocco, adolescenziale ed ammiccante è comunque un buon fumetto.
Ed in questo caso la copertina vi ha già raccontato tutta la trama...
Siamo ai giorni nostri, un gruppo di donne zozze impiegate presso un ospedale ed uno studente che non le manda a dire a nessuno fanno i giustizieri ultraviolenti.
Davvero, la trama è tutta qui.
Non si tratta di un manga che va molto per il sottile: la sotto-trama tragica del protagonista viene spiattellata apertamente nel secondo capitolo, vengono mostrate donnine discinte e tette ad ogni occasione buona, nessuno si fa remore nell'uso delle armi e le scene d'azione non si fanno aspettare. Praticamente un High School of the Dead con i criminali al posto degli zombie.
Ma nella sua idiozia apprezzo molto la caratterizzazione del protagonista maschile: per una buona volta non è il solito studentello sfigato perso nei meandri della sua mente, ma un vero duro che non si fa remore di fronte a nessuno: ne di fronte ai criminali ne di fronte alle procaci curve delle colleghe.
Ah, si, a parte il capo costretto su sedia a rotelle è l'unico componente maschile dell'intera organizzazione di giustizieri.
A parte lui tutti gli altri personaggi sono i più classici stereotipi da manga, per cui non mi dilungherò nella loro descrizione.
Quasi tutti i membri dei giustizieri protagonisti sono dipendenti di un grande ospedale, guarda a caso di proprietà del loro capo, e si riferiscono alla criminalità come ad un tumore che mina la salute del loro paziente: la città stessa. Per cui nei loro briefing usano, per descrivere i loro obiettivi, termini come "metastasi", "codice nero", "rimozione chirurgica" e così via... si, è esattamente ridicolo come sembra.
Insomma un manga molto superficiale, basato tutto sull'azione e sull'erotismo, che non si allontana di molto da migliaia di manga suoi simili. Eppure il nostro buon Shouji Sato dimostra un ottimo senso del ritmo e della regia che rendono il tutto molto coinvolgente.
Non dedicato a palati fini.
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